La cartapesta è un antica tecnica di modellazione che ancora oggi affascina sia grandi che piccini, è duttile, versatile ed economica.
I maggiori utilizzatori di cartapesta sono i maestri burattinai e carrettieri di carnevale, creando dei capolavori suggestivi. Con questa tecnica ho riscoperto il piacere del riciclo e della semplicità delle materie prime, ma non è fra le più usate nelle creazioni al femminile. Probabilmente la causa è la sua poca praticità nella preparazione perché richiede tempo.
Esistono due metodi per utilizzare questa tecnica.
Il primo metodo è senza dubbio il più semplice ed immediato, prevede l’uso di carta a pezzi grossolani che fungono da rivestimento sull’oggetto in abbinamento alla colla vinilica. La carta che si presta meglio per questo uso è quella naturale o riciclata perché è porosa quindi permette una migliore penetrazione dell’acqua. La colla vinilica è la più usata, ma i maestri della cartapesta preferiscono l’uso di colla naturale fatta con amidi e farine.
Il secondo metodo è più lungo e laborioso, prevede la macerazione della carta in acqua cosi da ricavare una poltiglia. Dopo una macerazione di circa 12 ore, il composto deve essere bollito per il tempo necessario ad amalgamare gli “ingredienti”. L’ultimo passaggio prevede di pestare la carta (da qui il nome di cartapesta) facendo fuori uscire più acqua possibile. Il composto ricavato si può utilizzare con colla vinilica per renderlo simile ad una pasta modellante oppure si lascia asciugare e successivamente grattugiare per renderlo in polvere. La polvere si può usare come ultimo passaggio per conferire al’oggetto un effetto marmoreo, oppure come un impasto fine con acqua e colla.
In entrambi i metodi, il processo di asciugatura è importante. L’oggetto trattato deve essere perfettamente asciutto prima di passare alle rifiniture. La cartapesta si può carteggiare, colorare e verniciare come un normale supporto in legno.