Nell’ambito del giardinaggio alcuni tra gli strumenti meno conosciuti, ma non per questo di poca utilità, sono senza dubbio i biotrituratori.
Tali accessori di distinguono per la loro capacità di trasformare in concime i rifiuti del taglio di cespugli ed anche quelli derivanti dalla potatura degli alberi.
Vi sono diversi fattori da analizzare per procedere ad una scelta ponderata, come il sistema di taglio adottato (a turbina, a rullo, a lame) o anche le prestazioni garantite dal motore di bordo.
Come Scegliere un Biotrituratore
Scegliere un biotrituratore adeguato alle proprie esigenze implica considerare una serie di fattori importanti legati sia alle caratteristiche tecniche del macchinario sia all’uso che se ne intende fare.
Innanzitutto, è opportuno valutare il tipo di materiale vegetale che si intende triturare. Infatti, non tutti i biotrituratori sono in grado di gestire rami di grande diametro o materiali particolarmente fibrosi. Quindi, è bene avere chiara la tipologia di rifiuto verde che si dovrà lavorare, considerando anche la frequenza dell’utilizzo: non è lo stesso utilizzare un biotrituratore per le potature annuali del proprio giardino o per un uso più intensivo in un contesto professionale.
Il sistema di taglio è un altro elemento da considerare. I sistemi a lame rotanti, ad esempio, sono indicati per triturare materiale morbido e fresco, mentre quelli a rullo, che schiacciano e tritano il materiale, sono più indicati per rami secchi e duri. Un’altra opzione è il sistema a turbina, che combina le caratteristiche dei primi due, garantendo una triturazione efficace su una gamma più ampia di materiali vegetali.
Il motore, sia che si tratti di un modello elettrico che a benzina, deve avere una potenza adeguata al tipo di lavori che si intendono effettuare. I modelli elettrici sono generalmente più silenziosi e meno inquinanti, ma offrono una potenza inferiore rispetto a quelli a benzina, che invece garantiscono una maggiore autonomia, specialmente in aree non facilmente raggiungibili con prolunghe elettriche.
Un ulteriore aspetto da considerare è legato alla sicurezza dell’utente. Un buon biotrituratore dovrebbe essere dotato di sistemi di sicurezza che prevengano incidenti durante l’utilizzo, come l’interruttore di sicurezza, che ferma immediatamente il motore in caso di problemi, e il sistema antinfortunio, che protegge l’utente da possibili schizzi di materiale.
Infine, la facilità di trasporto e di manutenzione possono essere degli aspetti non secondari nella scelta. Un biotrituratore con ruote sarà più facile da spostare, mentre la facilità di smontaggio facilita le operazioni di pulizia e manutenzione.
Considerando attentamente queste variabili, si sarà in grado di scegliere un biotrituratore che risponda perfettamente alle proprie necessità, combinando in modo ottimale funzionalità e sicurezza.
Migliori Biotrituratori
Bosch AXT 25 TC
Il biotrituratore Bosch si caratterizza per dimensioni di 77 x 68 x 40 cm e per un peso di circa 30 kg. Si tratta di una fra le più quotate alternative di fascia alta, anche grazie al motore da 2.500 Watt.
Il sistema di taglio sviluppato dal produttore è ottimizzato con rullo porta-fresa, il che permette di ottenere la massima capacità di triturazione di 175 kg/h andando a considerare rami spessi fino a 40 mm.
Non mancano l’imbuto di caricamento rimovibile e le comode ruote inserite lungo le estremità della base, a tutto vantaggio della praticità e della comodità di trasporto.
Bosch AXT RAPID 2200
Il biotrituratore di fascia medio – alta che ci propone Bosch presenta dimensioni di 76 x 44,5 x 36,5 cm ed un peso di circa 12 kg.
Questa volta, il motore da 2.200 Watt permette di azionare un meccanismo di taglio estremamente preciso ed efficace che tiene conto di lame super affilate ed a lunga durata.
Molto comodo da trasportare non solo per la sua leggerezza in generale ma anche per effetto delle due ruote situate in corrispondenza della base.