Il Filetto un gioco “di serie” che deriva dal latino merellus (moneta o premio) ed è diffuso, pur con nomi diversi, in tutta Europa. Lo giocavano gli antichi Vichinghi su tavolieri incisi sulle tolde delle loro navi e ne parla Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate. In Italia si chiama anche tris, mulino, smerelli, tela. In Francia si chiama invece merelles e in Inghilterra nine men’s morris, in Germania Muhle e in Russia melnitsa.
Questa versione molto semplificata si può giocare usando un foglio di carta sul quale sia stata disegnata una griglia di 9 caselle, formata da due linee parallele verticali intersecate da due linee parallele orizzontali, e due matite, una per ciascun giocatore.
Il primo giocatore traccia una X in una casella a sua scelta, l’avversario traccia una O in un’altra. I due continuano in questo modo finché uno dei due ha piazzato tre segni uguali in fila su un’unica linea verticale, orizzontale o diagonale. In questo modo ha vinto. Il gioco termina anche quando tutte le caselle della griglia sono state riempite. Se nessuno è riuscito a completare una sequenza di tre segni uguali, la partita è patta. Poiché chi comincia il gioco risulta avvantaggiato, si inizia una volta ciascuno.
Non c’è una formula magica per vincere sempre; tuttavia il giocatore che inizia può seguire uno schema di gioco grazie a cui, dopo le prime tre mosse, si trovi ad avere due possibilità di completare un filetto. L’avversario può bloccarlo occupando una delle due caselle, ma anche cosi, alla quarta mossa, la vincita del primo giocatore è certa.
Con un po’ di pratica, il secondo giocatore (quello della O) può ottenere una patta; il segreto sta nella prima mossa di O, vedi illustrazione.